Percorsi

Villimpenta è un comune mantovano di 15 Km quadrati situato sulla sponda destra del fiume Tione, al confine tra le provincie di Mantova, a cui appartiene, con la provincia di Verona. Proprio questa sua posizione di confine ha serbato in eredità notevoli testimonianze storiche e culturali, in primo luogo il castello scaligero (XI sec) ristrutturato di recente, castello-recinto con un imponente mastio, posto a guardia di un guado strategico sul fiume Tione. Vi è poi Villa Zani, villa gonzaghesca, inserita in una suggestiva ambientazione scenografica, dal viale d`ingresso al parco-boschetto laterale. Di interesse sono anche la Chiesa parrocchiale del 1675, l`oratorio del santissimo Sacramento (1777) e soprattutto il Santuario della Madonnina della Neve. In paese la Casa seicentesca Francioli ospita il Museo risorgimentale Francioli-Nuvolari. A Villimpenta è ben viva la tradizione del risotto e della gastronomia, con una frequentatissima festa annuale che si tiene nei primi tre weekend di giugno (dal giovedì alla domenica); e l'antica fiera di luglio risalente al 1874. Infine, da segnalare, il mercato settimanale la domenica mattina, che ha ottenuto il riconoscimento di mercato storico dalla regione lombardia (uno dei soli 9 mercati della provincia riconosciuti).

Villa Zani
Villa gonzaghesca eretta attorno al 1530 da Bernardino Facciotto e Pompeo Pedemonte, allievi di Giulio Romano (architetto di corte che operò a Mantova dal 1525 al 1546 e che lasciò un'impronta indelebile nelle terre dei Gonzaga). Lo stile è evidente nelle originali facciate con loggiato centrale a triforio e nell'impianto planimetrico imperniato sul salone centrale a doppia altezza, rinserrato tra le due logge biabsidate. Un documento del 1561 attesta il passaggio di proprietà dalla famiglia Gonzaga, duchi di Mantova, ad un certo Antonio da Passano.Solo in tempi più recenti si è appurato che la La villa passò nuovamente nelle proprietà dei Gonzaga nel 1587 con il duca Guglielmo, con Margherita Gonzaga e con Vincenzo I Gonzaga, sino al 1610 quando venne ceduta al conte Massimo Emilei, il cui stemma campeggia sulla facciata dell'edificio. Dal 1847 fu ceduta ai principi Giovanelli e successivamente alla famiglia Zani che ancora oggi da il nome alla villa., fino agli attuali proprietari, meravigliosi artefici della sua ristrutturazione, la famiglia Pavesi - Furnari che concede saltuarie aperture al pubblico in occasione di eventi come le giornate europee della cultura. La villa è a pianta rettangolare con loggia di accesso e salone centrale ai cui lati si aprono due edifici separati e indipendenti. In Villa Zani venne girato Salò o le 120 giornate di Sodoma, ambientato tra il 1944 e il 1945, opera del maestro Pier Paolo Pasolini

Parrocchia di San Michele Arcangelo
sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Mantova. Anche se il paese di Villimpenta apparteneva civilmente al territorio mantovano fin dal 1408, la parrocchia di Villimpenta rimase soggetta alla diocesi di Verona fino alla fine del secolo XVIII (Penoni 1891-1911).
Il passaggio alla diocesi di Mantova fu sanzionato il 23 gennaio 1787 dai vescovi di Verona e Mantova (Annuario diocesi Mantova 1994). Nel 1793 Villimpenta è sede della vicaria omonima (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793); a metà dell’Ottocento fa parte del vicariato di Castel d’Ario (Prospetto diocesi Mantova 1843), nel 1868 è compresa in quello di Ostiglia (Stato clero diocesi di Mantova 1868), per poi tornare dopo qualche decennio in quello di Castel d’Ario fino al 1967 (Stato clero diocesi di Mantova 1887; Visita Origo 1901; RDMn 1967). Con la ristrutturazione di tutti i vicariati diocesani nel 1967 la parrocchia è inserita nel vicariato n. 5 "San Pio X" (RDMn 1967); nella ridefinizione del 1969 passa definitivamente al vicariato n. 9 "San Leone Magno" (RDMn 1969; Annuario diocesi Mantova 1985).
La parrocchia di Villimpenta è menzionata nelle visite pastorali della diocesi di Verona fin dal 1460 (Visitationum liber 1454).
La nomina del parroco risulta essere di diritto di patronato dell'abate di San Zeno di Verona, fino al tempo dell'annessione della parrocchia alla diocesi di Mantova. Poi divenne di patronato dell'autorità civile, fino alla sua estinzione con il Concordato del 1929 tra la Santa Sede e l'Italia (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793; Penoni 1891-1911).
La chiesa parrocchiale odierna venne edificata tra il 1673 e il 1678 nel luogo della precedente, eretta dal marchese Ludovico Gonzaga nel 1475 (Penoni 1891-1911).
Nel 1793 la chiesa secentesca è detta bisognosa di restauri (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793). Nel secolo XVI risulta la presenza di un rettore e di un cappellano curato (Visitationum libri 1553; Liber visitationis 1559). Nel 1985 invece la parrocchia è retta dal solo parroco (Annuario diocesi Mantova 1985).
Il rettore nel 1553 può contare su un’entrata annua di almeno 100 lire, versate dal duca di Mantova, e su 22 "campi" di terra; il cappellano invece riceve dalla popolazione una quarta di frumento per testa, cinque quarte di frumento e tre secchie di vino per ogni paio di buoi (Visitationum libri 1553). L'entrata netta della parrocchia nel 1793 è di 2495,10 lire (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793).
Le anime da comunione nel 1553 sono 400, su un totale di circa 700 unità (Visitationum libri 1553). La popolazione ammonta a circa 1000 abitanti nel secolo XVIII (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793) ed all’inizio del Novecento conta 2182 persone (Visita Origo 1901). Nel 1985 la parrocchia comprende 2100 abitanti (Annuario diocesi Mantova 1985).
Nel Cinquecento è testimoniata l’esistenza della confraternita della Vergine Maria (Visitationum libri 1553); nel XX secolo di quella del Santissimo Sacramento. All’inizio del secolo XX comprende le frazioni di Via della Bassa, Bertolde e Parolara, Termini e Saline. Nello stesso periodo nel territorio parrocchiale si trovano due oratori: quello dell'Invenzione della Santa Croce, appartenente alla confraternita del Santissimo Sacramento e fondato il 24 maggio 1768 dal parroco don Antonio Nizzoli su disegno dell'ingegnere del principe di Trento Antonio Chinaglia; l'oratorio della Beata Vergine del Frassine o della Madonna della Neve, appartenente alla fabbriceria parrocchiale, che si dice fondato nel 1692 (Visita Origo 1901).
Terra di tradizioni rurali secolari, la cosiddetta "Bassa" veronese ha quel fascino discreto che richiama il rapporto tra uomo e terra nel ciclo delle stagioni.

Ricca di innumerevoli corsi d’acqua, questa terra da se mpre si distingue per eccezionalità del settore agricolo, che ne ha deciso l’importanza, la ricchezza e la storia.
I paesi sparsi in questi luohi racchiudono notevoli testimonianze storiche, dalle pievi romaniche di Erbedello, Gazzo, Bovolone, Isola della Scala, alle fortificazioni scaligere che ancora dominano gli abitati di Casteldario, Villimpenta, Salizzole e Sanguinetto e che costituivano parti di quell'unico sistema difensivo (il cosidetto "Serraglio") realizzato dai signori di Verona dal Mincio alle Paludi del Grezzano.

Notevole per il suo patrimonio artistico - culturale, la Bassa si caratterizza inoltre, per i numerosi siti archeologici, testimonianza di presenze sin dall’antichità e per una moltitudine di corti rurali, splendide ville e oasi naturalistiche.

E' una escursione lunga ma facile. Pedalando attraverso un paesaggio naturale e culturale, si scopre con piacere un angolo di Veneto vicino ma quasi sconosciuto .

[FONTE: www.tuttinbici.it - MAPPA]
Il comune di Villimpenta è vicino alla natura, infatti sostiene il progetto delle ippovie. Fitetrec ante, la federazione italiana turismo equestre riconosciuta dal Coni, sta sviluppando il progetto di collegare tutti i suoi centri ippici grazie alle ippovie, strade di comunicazione per i cavalli.
Il nostro comune, in collaborazione con il centro La Luna Nuova ASD, sostiene questa iniziativa naturalistica. La miglior occasione per fare conoscere il nostro territorio agli appassionati dei cavalli, offrendogli ospitalità nelle nostre zone verdi. Tabellare i percorsi nelle verdi campagne per disciplinare il passaggio dei cavalieri, aumentando il turismo nella nostra cittadina.
La cosiddetta “Strada del riso” attraversa una parte della provincia di Mantova caratterizzata da risaie, riserie e una tradizione gastronomica fortemente legata al riso ed in particolare al “Vialone nano”. Vere e proprie capitali del risotto sono Bigarello, Castelbelforte, Goito, Marmirolo, Ostiglia, Castel d’Ario, Roncoferraro, Roverbella, Serravalle a Po, Sustinente e Villimpenta. In particolare, la “Festa del Risotto di Villimpenta”, nel mese di giugno, è considerata la manifestazione gastronomica più importante del mantovano e Castel d’Ario è patria di uno dei piatti simbolo della cucina mantovana: il “Riso alla Pilota De.Co”, secondo l’uso degli antichi pilatori del riso, condito con pesto di carne di maiale. Può anche essere accompagnato dal “pontel”, cioè da una braciola o costina di maiale. Sul risotto è immancabile una grattuggiata di Grana Padano o di Parmigiano Reggiano, entrambi di produzione mantovana. 1° giorno: Mantova Ritrovo dei Signori partecipanti e incontro con la guida. La visita inizia da Palazzo Ducale, la reggia dei Gonzaga, che governarono la città dal XIV secolo sino al 1708. All’interno del Palazzo si possono ammirare il Salone degli Specchi; la sala degli Arcieri, con due opere eccezionali: “La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità” di Pietro Paolo Rubens (1605) e la “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” di Domenico Fetti (1620); l’Appartamento degli Arazzi raffaelleschi del ‘500; la sala di Manto, dove sono raffigurate le origini etrusche della città; la sala del Pisanello (1433), contenente il ritrovato ciclo pittorico tardo gotico con le storie cavalleresche di Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda; l’Appartamento di Guglielmo Gonzaga con la sala dello Zodiaco e il Salone dei Fiumi affacciato sul giardino pensile; l’Appartamento in Corte Vecchia della Marchesa Isabella d’Este – Gonzaga, con i suoi leggendari Camarini che raccolgono preziose opere d’arte, lo Studiolo e la Grotta; la celebre Camera degli Sposi nel Castello di San Giorgio, capolavoro di Andrea Mantegna. Pranzo in ristorante con cucina tipica mantovana. Nel pomeriggio passeggiata nel centro storico. L’itinerario si snoda tra i monumenti medievali e rinascimentali della città di Mantova, a partire da Piazza Sordello con il Duomo e i Palazzi Bonacolsiani, Piazza Broletto, su cui si affaccia il Palazzo del Podestà (o del Broletto) affiancato dalla Torre Comunale, Piazza delle Erbe, il cui lato orientale è occupato dal Palazzo della Ragione (eretto nel 1250), nella cui sala superiore si possono ancora vedere resti di affreschi medievali. Sul lato destro svetta la Torre dell’Orologio, progettata da Luca Fancelli, con uno splendido orologio astronomico del matematico Bartolomeo Manfredi recentemente restaurato. A lato della torre troviamo la Rotonda di San Lorenzo, fatta ricostruire da Matilde di Canossa nel 1082. L’interno è molto suggestivo per la semplicità tipica delle chiese romaniche. Da Piazza delle Erbe si passa in Piazza Mantegna, dominata dalla splendida Basilica di S. Andrea, opera rinascimentale progettata da Leon Battista Alberti e realizzata da Luca Fancelli. All’interno si trova la tomba di Andrea Mantegna. Nella cripta, realizzata da Antonio Maria Viani, sono custoditi i Sacri Vasi in oro massiccio contenenti la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo. Da Piazza Mantegna si prosegue per Piazza Matilde di Canossa, ove si trova il palazzo Canossa, realizzato nel 1669 dalla omonima famiglia. La facciata è ispirata allo stile architettonico di Giulio Romano. Breve giro fuori città per visita dall’esterno dei resti della Villa gonzaghesca “La Favorita” e sosta presso la Latteria Sociale, dove è possibile acquistare il Grana Padano DOP. Cena e pernottamento in hotel. 2° giorno: La strada del riso Ritrovo dei Signori partecipanti e incontro con la guida in Piazza Sordello. Partenza per Governolo. Secondo la tradizione qui avvenne l’incontro tra Attila e Papa Leone Magno nel 452. Nel 1109 divenne feudo di Matilde di Canossa. Il paese è importante anche per le opere idrauliche realizzate nel tempo. La più antica è la chiusa creata sul Mincio nel 1198 da Alberto Pitentino, a cui si sono succedute quella realizzata nel 1614 dal Bertazzolo su disegno di Leonardo da Vinci e quella settecentesca di Vittorio Azzalini, fino ad arrivare alla moderna Conca di San leone, che consente la navigazione da Mantova a Venezia. Molto interessante è il museo diffuso “Conca del Bertazzolo”. Trasferimento a Roncoferraro, centro molto importante per la risicoltura, ove si possono vedere la Corte Grande con il Museo del Riso, il monumento alla mondina e la Corte Cagiona. Molto particolare è la chiesa di San Biagio a Casale di Roncoferraro, con uno splendido soffitto a cassettoni. Da vedere il santuario della Salute dei Santi Cosma e Damiano di Barbassolo. Si passa a Villimpenta, dove si può ammirare il castello dell’XI secolo, rimaneggiato dagli Scaligeri e poi dai Gonzaga, che è una delle più belle fortificazioni medievali tuttora esistenti in pianura padana. Pranzo in un ristorante, ove si può degustare il famoso “risotto alla pilota Villimpentese De.Co”. Trasferimento a Castel d’Ario, paese natale di Tazio Nuvolari, il leggendario pilota qui rappresentato in due statue. Da vedere il castello scaligero, con le sue quattro torri e parte delle mura. . Ritornando verso Mantova, si può visitare la Pila del Galeotto, una riseria risalente al XVII secolo, ornata, in facciata, dalla statua di San Giovanni Nepumuceno, protettore delle popolazioni del fiume. All’interno si possono ancora vedere gli antichi macchinari. Rientro a Mantova. Visita del Museo Tazio Nuvolari e Learco Guerra, realizzato per disposizione testamentaria dello stesso Tazio Nuvolari, detto “il mantovano volante”, considerato in tutto il mondo il Campione dei Campioni. Vi sono raccolte coppe, medaglie, trofei, ma anche oggetti personali che ne rappresentano le qualità umane. Cena e pernottamento in hotel. 3° giorno: Mantova Incontro con la guida e visita di Palazzo Te, la magnifica residenza suburbana voluta da Federico II Gonzaga, figlio di Isabella d’Este, e realizzata dal grande Giulio Romano e dai suoi allievi. Edificata tra il 1524 e il 1535, la villa è un vero capolavoro manieristico. L’impianto del palazzo, con la successione di atrio – cortile – loggia – giardino richiama lo schema della domus classica. Vi si possono ammirare la famosa Sala dei Giganti, la Sala di Amore e Psiche, la Sala dei Cavalli, le peschiere dove venivano riprodotte battaglie navali ed il casino della Grotta, nel bellissimo giardino che circonda il palazzo racchiuso dall’esedra. Fine dei servizi
[FONTE: www.ontheroadtravel.it]

La coltivazione del “Vialone Nano”, ingrediente principe dei risotti della tradizione gastronomica mantovana, va da Goito a Roverbella, toccando Castelbelforte, Bigarello, Castel d’Ario e Villimpenta, la capitale gastronomica del celebre piatto. Da visitare lungo il percorso le ville rurali sparse nella campagna: a Roncoferraro il singolare Monumento alla Mondina, gli imponenti ruderi della Favorita del XVII secolo a Porto Mantovano, il castello scaligero di Villimpenta. Castel d’Ario, che ospita un altro castello, è noto per aver dato i natali all’asso dell’ automobilismo Tazio Nuvolari. Pranzo tipico o degustazione di risotti in un agriturismo della zona oppure presso i ristoranti locali
Questo percorso si snoda nella zona sud ovest della provincia, quasi a contatto con quella di Mantova, dove storia, arte ed economia dominano sovrane. La partenza è da Cerea, centro del mobile, cittadina d'interesse storico e artistico, ricca di chiese e ville di gran bellezza. Da qui ci si dirige verso Venera accompagnati da un'esposizione continua ed ininterrotta di mobilifici e centri di esposizione del mobile. Attraversata Venera dove, nel 1872 furono ritrovate 43.744 monete romane, ci accoglie Sanguinetto famoso per il suo castello medioevale ottimamente conservato. All'entrata del paese la chiesa della Rotonda od Oratorio delle Tre Vie. Da qui s'imbocca la strada per Ostiglia. In località Crocetta, verso Campavano, spicca Palazzo Baldi con annesso oratorio. Al termine di Via Levà di Sopra, si gira a destra per arrivare aCampalano dove troviamo Palazzo Cavalli, dimora con torri merlate. Lontana poche decine di metri, la chiesa del 1500 dedicata a San Gregorio Magno con, incassate nella facciata, stele funerarie romane. Si prosegue per Nogara con fermata obbligata a Caselle, dove svetta una chiesa antichissima (già rilevata nel 905 d.C.).

Arrivati a Nogara, paese da ricordare sia per le tante attività commerciali, sia per gli antichi edifici come Casa Maggi Pellegrini, Villa Betti ex chiesa di San Francesco e Villa Valmanara,all'incrocio semaforico si gira a sinistra verso Mantova e, all'incrocio successivo, verso Brancon e Villimpenta.

A Brancon, bella la chiesa della SS. Trinità mentre, a Villimpenta, imponente l'antico castello scaligero e il palazzo ottocentesco. Ripresa la strada, appare all'orizzonte San Pietro in Valle e la grande azienda agricola, con oratorio annesso, del conte Treves.

In lontananza, "El Ceson", un edificio tanto antico quanto interessante. È l'ex S. Pietro in Monastero che gli studiosi datano fra il VII e gli inizi del IX secolo. Un rapido dietro front, e troviamo l'indicazione di Pradelle, antico feudo dei Signori Montanari. Splendido è il Palazzo de Merli, costruzione merlata del XIV secolo, anello di congiunzione fra i castelli medioevali e le ville. Poche centinaia di metri più avanti sulla destra, si entra a Gazzo Veronese. Da visitare S. Maria Maggiore, con affreschi, resti di pavimento musivo e bassorilievi altomedioevali. A poca distanza, il museo archeologico ricco di reperti dell'età del bronzo, del ferro, della civiltà atesina e romana.

Si prosegue, quindi, verso Roncanova. Da qui le indicazioni per Correzzo dove ci sono splendidi esempi di case padronali disseminate nelle valli. Si prende, poi, la provinciale per Maccacari verso Sustinenza ammirando Villa Borghesana; si giunge a Casaleone dove si possono ammirare le due chiese l'una appoggiata all'altra. All'incrocio, si volta a destra e, attraverso il Menago, si prosegue verso sinistra costeggiando la Palude del Brusà.

Si riprende, infine, verso nord per tornare, dopo pochi chilometri, a Cerea.
Durante il periodo scaligero Verona vive un periodo di grande forza e raggiunge la massima espansione territoriale. Lo testimoniano opere straordinarie come le mura che percorrono le colline e la generosa presenza di castelli e palazzi in tutta la provincia, a ricordare i 120 anni, dal 1262 al 1387, in cui la famiglia dei Signori della Scala governa un vasto territorio compreso tra il Po e l’Adige.

Il cuore di questo itinerario ideale per trascorrere un fine settimana nelle terre veronesi tra storia e arte, è proprio la città di Giulietta e Romeo, per visitare, tra i tantissimi monumenti, il Palazzo Scaligero, sede dell'Amministrazione Provinciale, con le Arche Scaligere, e Castelvecchio, che ospita il Museo d'arte antica e moderna.

Da Villimpenta possiamo proseguire il percorso in direzione Lago di Garda, raggiungendo Valeggio sul Mincio. Qui è visitabile l'antica Rocca con la Torre Tonda, costruzione a ferro di cavallo che risale al X secolo. Lungo il Mincio sorge Borghetto, incantevole e antichissimo villaggio di mulini che merita una visita. Il percorso prosegue lungo la sponda del Lago di Garda, con tappa a Villafranca di Verona, per ammirare il Castello costruito tra il 1185 e il 1202

Tracce di castelli scaligeri, oltre che a Villimpenta si trovano in numerosi comuni del triveneto
Caratteristiche del percorso: Il tragitto abbastanza lungo, parte da VIllimpenta per poi snodarsi sugli argini del fiume Po. Il fondo stradale è prevalentemente asfaltato, i tratti stradali attraversati sono su strade comunali con traffico locale, prestare attenzione all’attraversamento delle statali e provinciali dei ponti sul Po e in prossimità dei centri abitati.
Lunghezza: km. 68.
Tempo di percorrenza: 6 ore, comprese soste per visitare le Riserve Naturali.
L’itinerario non presenta particolari difficoltà, ma richiede l’intera giornata per visitare alcuni monumenti e sostare nelle emergenze naturalistiche che si incontrano.
La partenza: Il percorso inizia dal Castello di Villimpenta. Da Villimpenta, in 5 km si arriva alle Paludi del Busatello, riserva naturale che si trova alla confluenza tra i fiumi Tartaro, Tione e il Canal Bianco, la vegetazione acquatica è caratterizzata da canneto e cariceto, e ospita in prevalenza passeriformi e avifauna di passo. Dopo aver visitato la zona umida si segue la strada comunale in direzione Ostiglia (km 3), dove dopo aver attraversato il centro del paese si sale sull’argine del Po si sottopassa la statale, proseguendo in riva sinistra del fiume. L’itinerario prevede subito un’altra sosta per visitare l’Isola Boschina, Riserva Naturale situata nell’alveo del fiume. Saliti in bicicletta si pedala sull’argine in direzione di Melara (km 8) e si entra in territorio di Rovigo; il tragitto segue le grandi anse del Po affiancando gli abitati di Bergantino, Sabbioni sino ad arrivare a Castelmassa (km 25). Attraversato il Po sul ponte (fare attenzione al traffico) si ritorna nel Mantovano a Sermide (km.30). Al termine del ponte si mantenga la sx e attraversato il paese si arriva alla frazione di Caposotto (km32,5) quindi si sale sull’argine destro e costeggiando il fiume arriviamo a Felonica Po (km 37,5) dove visitiamo la Pieve dell’Assunta del X° secolo. Dopo la sosta per il pranzo, riprendiamo la bicicletta e ritorniamo a Sermide, da qui proseguiamo mantenendoci ora lungo l’argine destro e seguendo il corso del Po arriviamo all’abitato di Carbonarola (km 53). Scendiamo verso la strada comunale che ci porta a Carbonara di Po, dove si può ammirare la villa Bisighini, oggi sede del Comune. Poco oltre visitiamo la Riserva Naturale dell’Isola Boscone, caratterizzata da bosco di salici e da alcune lanche che ospitano numerosi ardeidi; ed è gestita dalla L.I.P.U. Proseguendo incontriamo Borgofranco sul Po, nota come “città del tartufo” in quanto tutta l’area rivierasca è zona di ricerca del prelibato tubero (km 56). Proseguendo per la strada arginale si segue l’ansa del fiume, poco dopo si potrà vedere in mezzo al fiume l’Isola Boschina in tutta la sua estensione ed il caratteristico ponte in ferro ful fiume. Siamo ormai Revere (Km 60), che merita una sosta per visitare il Palazzo Ducale maestosa opera rinascimentale di Luca Fancelli, che sopita il Museo del Po, e lo Young Museum (Centro Internazionale di arte moderna). Attraversato il ponte si ritorna ad Ostiglia (km 63) da dove siamo partiti.